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Studio archeologico dell'area Ittiri-Uri-Usini-Ossi-Tissi-Putifigari



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La zona assegnatami per svolgerci un saggio di catalogo archeologico corrisponde alla tavola N.O. del IV quadrante, foglio 193 della Carta d’Italia.
E’ denominata Ittiri in quanto il comune che per la maggior parte si espande in questa zona è appunto quello di Ittiri. In realtà però una parte di territorio di estensione se non uguale, almeno di poco inferiore ad Ittiri, appartiene al comune di Uri. Una parte più piccola, verso nord, è del comune di Usini. Vi fanno infine capolino, per quanto questi piccoli tratti siano del tutto trascurabili dal punto di vista archeologico, i comuni di Ossi, Tissi e Putifigari.
Definendo con maggior precisione il territorio così suddiviso, si può notare che il comune di Ittiri occupa la parte centro-sud orientale della tavoletta, il comune di Uri il lato opposto, mentre una parte del comune di Usini si estende sul lato nord-orientale. I comuni di Tissi ed Ossi si affacciano sull’angolo nord-orientale, quello di Putifigari sull’angolo sud-occidentale.
Tre paesi, quelli che possiedono la maggior parte del territorio riportato sulla tavoletta, si estendono lungo le maggiori vie di comunicazione che attraversano il territorio: Usini a nord, Uri al centro, Ittiri a sud-est.
Sono paesi molto piccoli che da non molti anni a questa parte si sono estesi e sviluppati, favoriti in ciò dalle continue relazioni intercorrenti con il vicino capoluogo di Sassari. Ittiri, tuttavia, rimane il maggiore dei tre, ed è in un certo senso il più ricco del territorio, quantunque la sua economia sia basata essenzialmente sulla agricoltura e sulla pastorizia, come avviene anche per Uri e Usini.
Il comune che presenta in maggior numero i residui della civiltà nuragica è quello di Uri, che comprende, sul tratto di demanio riportato sulla tavoletta in esame, ben 30 nuraghi, due domus de Janas e la tomba dei Giganti. Il comune di Ittiri comprende 18 nuraghi, 4 Domus de Janas. Il comune di Usini è il più povero di reperti archeologici; nel breve tratto che si affaccia nella tavoletta N.O. del IV quadrante del foglio 193 presenta solo 1 nuraghe ed una Domus de Janas.
Questa distribuzione così particolare, e mi riferisco ai nuraghi, non è casuale, ma è determinata dalla conformazione del territorio.
Le varie caratteristiche della zona saranno esaminate in rapporto al tipo di reperto archeologico studiato di volta in volta (Nuraghi, Domus de Janas, Tomba dei Giganti). Ma un particolare comune a tutti questi monumenti è la scelta del territorio in base alla maggiore o minore feracità dei terreni e dei pascoli. In particolare si è preferito evitare le zone presentanti maggiori accidentalità, scegliendo di volta in volta vaste pianure (Cuga) o colline racchiudenti, in una cerchia naturale, pascoli per la verità non molto rigogliosi.
La zona orientale si presenta come un susseguirsi continuo di strette valli ed erte colline. E’ tuttavia quella che maggiormente si trova punteggiata e solcata da sorgenti e ruscelli dal corso tortuoso attraverso le strette gole. Così a nord si sviluppa il Rio Mannu, con i suoi numerosi affluenti che scendono dalle colline circostanti. Più a sud il Rio Minore, il Rio Coroneddis, il Rio Ponte Pedrosu, il più importante affluente del Cuga.
La parte settentrionale di questa zona orientale presenta tracce di zone calcaree, ma a sud si estendono colline ed altipiani di trachite, il tipo di roccia prevalente in tutto il territorio.
Il territorio in esame si trova fra l’Algherese e il Logudoro occidentale e geologicamente si presenta come una piattaforma di vulcaniti oligo-mioceniche sbandata verso Est, e qui ricoperta da sedimenti marini del miocene. Le vulcaniti oligo-mioceniche sono rappresentate da lave e tufi liparitici, rachitici ed ondesitici, spesso in fitta alternanza. In stretto rapporto genetico con le vulcaniti oligo-mioceniche sono le manifestazioni minerarie manganesifere della zona, in particolare a Sos Alghedos (Uri).
Il tipo di cultura prevalente è l’ulivo, con tratti di terre



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